Anatomia di un soldato – Harry Parker

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di Harry Parker

Sono esistita per una frazione di secondo. Ho attraversato la roccia, il fango, la polvere, l’aria, la suola di una scarpa. Ho attraversato un uomo.

Coraggio e voglia di ricominciare. Sono proprio queste le caratteristiche di Harry Parker. Arruolatosi a ventitré anni nell’esercito britannico, ha prestato servizio col grado di capitano nel 2007 in Iraq e nel 2009 in Afghanistan, dove sfortunatamente ha perso entrambe le gambe in seguito all’esplosione di un ordigno. Trova subito la forza di descrivere ciò che ha visto e ciò che ha provato con un racconto scorrevole e alternativo.

Anatomia di un soldato è tutt’altro che un testo banale. A raccontare le vicende non è Harry Parker, bensì diversi oggetti che hanno preso parte alle scene narrate. Per farvi capire meglio di cosa sto parlando, riporto qui parte del primo capitolo:

[…]

Ero in mezzo alla polvere quando un liquido e rosso scuro ha cominciato a scorrere a zig zag verso di me sopra il fango secco e screpolato. Ero lì quando non veniva nessuno e lui era solo e non poteva muoversi. Ero ancora lì mentre BA5799 veniva colto dalla paura e da una patetica disperazione, mentre lo rigira vano e gli infilavano due dita in bocca, mentre gli pompa vanno sul petto e gli facevano entrare l’aria nei polmoni a forza.

Sono stato raccolto da una mano scivolosa, le sono sfuggito e sono ricaduto a terra, poi sono stato raccolto di nuovo. Sono stato aperto da ditta in preda al panico e coperto di quel liquido denso punto sono stato messo addosso a BA5799. Mi hanno stretto punto ho aderito. Mi sono chiuso attorno alla sua gamba finché le pulsazioni non mi hanno battuto contro punto e lui faceva smorfie e mugolava digrignando i denti punto mi hanno stretto ancora di più, gli ho afferrato forte la coscia; l’ho fatto smettere di sanguinare per terra.

Gli sono rimasto attaccato addosso mentre lo caricavano su una barella e lui affondava i denti nel braccio di un uomo che lo trasportava, e poi quando non ho più hai messo suono. Gli sono rimasto attaccato quando siamo saliti sull’elicottero. A quel punto mi hanno stretto di nuovo, e lo afferrato ancora più forte. Gli sono rimasto attaccato mentre volavamo bassi sopra i campi e i fossi di irrigazione luccicanti e il vento soffiava intorno all’elicottero, quando lui ha implorato Dio di salvarlo e gli hanno messo delle placche di metallo sul torace e il suo corpo ha sussultato punto e gli sono rimasto attaccato quando l’apparecchio ha smesso di dare un segnale, quando contro di me non pulsava più nulla.

[…]

Il mio numero di serie è 6545-01-522. Sono finito in fondo a un bidone per i rifiuti della sala operatoria e poi mi hanno bruciato.

Come avrete capito a narrare il primo capitolo è il laccio emostatico che ha fermato l’uscita del sangue al nostro soldato durante le prime operazioni di salvataggio. Altro elemento alternativo della narrazione di Parker è sicuramente la narrazione; i capitoli non si susseguono temporalmente, e infatti fabula e intreccio non coincidono.

Ecco un breve prospetto dei personaggi principali. Tom Barnes, giovane capitano dell’esercito britannico in Afghanistan, che durante una missione perde le gambe a causa di un ordigno improvvisato; Latif, un ragazzo che milita nelle file degli insurgents; Faridun, amico d’infanzia di Latif che cerca di vivere in tranquillità. Oggetti, luoghi, piccoli dettagli ci narreranno queste storie che pian piano si intrecciano in un unico dramma eterno della guerra. Un grande miscuglio di informazioni che ci raccontano il potere della speranza e dell’anima che punta a conservare la persona. Una storia dettagliata sotto tutti i punti di vista; un grande racconto di narrativa storica che emozionerà tutti gli appassionati del mondo militare.