S.O.G. Praire Fire: impressioni a caldo sul DLC

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Carissimi lettori, carissimi lettrici, è con grande piacere che oggi sono qui a recensire il nuovo DLC della comunità uscito per ArmA 3. S.O.G Praire Fire è arrivato come una vera sorpresa e non ci ha fatto penare neanche troppo tirando sulle lunghe il rilascio. Se sul primo DLC della comunità, Global Mobilization: Cold War Germany si discute ancora in toni dolceamari, il nuovo arrivato è più fortunato. Recensioni di Steam alla mano, tanti giocatori sono soddisfatti.

Questo articolo esce ad una settimana esatta dal rilascio ufficiale del DLC. Voglio quindi darvi le mie impressioni a caldo su questo prodotto. In questi sette giorni ho fatto varie prove nell’editor e, soprattutto, giocato un po’ alla campagna ufficiale, oltre a frequentare qualcuno dei server, così da cercare di dare un parere il più completo possibile.

Chi volesse acquistare il DLC può ancora approfittare, se sta leggendo questo articolo nel giorno stesso in cui esce, dello sconto del 15% applicato per la prima settimana.

Cominciamo!

Tanta ricerca e sviluppatori di prim’ordine

Il nostro DLC ci lancia in quella delocalizzazione della guerra fredda che non ha giovato a nessuno, tranne che ad Hollywood: la guerra del Vietnam. Chi, come me, è appassionato sia di storia che di ArmA saprà bene che una mod gratuita a tema esiste dai tempi di Operation Flashpoint: parliamo di Unsung.

La cosa davvero bella è che questo DLC è stato sviluppato anche da molti collaboratori di tale mod, che resta però disponibile e gratuita. Non si tratta quindi di una sfida commerciale, ma di un miglioramento. A modellare le armi troviamo lo sviluppatore di NIArms, un modder bravissimo i cui lavori sono sicuramente molto noti ed usati dalla comunità. La nuova mappa è invece opera di IceBreakr, probabilmente il nome più importante nel map making di ArmA. Si tratta del modder che ha realizzato, fra l’altro, terreni come Lingor, Panthera o, per citare il più recente, Isla Abramia. Tutti questi bravissimi sviluppatori hanno costituito la Savage Game Design, sotto il cui nome hanno rilasciato il DLC.

Sin dal titolo scelto per il contenuto si può rilevare la cura posta nel realizzarlo. S.O.G è un acronimo che fa riferimento ad un’unità realmente esistita, lo Studies and Observation Group (poi Search Objective Group). Inutile negarlo, i più lo conosceranno da Call of Duty: Black Ops, in cui è presentata, sia pure con la solita fantasia e “caciaraggine” tipica del brand. Praire fire, propriamente, indica in inglese l’incendio in prateria, quello più difficile da tenere sotto controllo. Durante la guerra del Vietnam, però, nello slang militare americano il termine voleva dire che l’unità che lanciava tale segnale era completamente circondata da forze nemiche superiori. Praire fire indicava anche la striscia di confine fra Vietnam e Laos, particolarmente frequentata dai convogli vietcong.

Lo stemma ufficioso (quello ufficiale, ovviamente, non esiste) del SOG. Lo stemma riporta il nome completo, con anche la dicitura MACV (Military Assistance Command, Vietnam). Il teschio col basco è anche stato usato nel nostro DLC come iconcina dello stesso.

Per intenderci, era la condizione tipica dei S.O.G, un gruppo di forze speciali costituito interamente da volontari tratti da tutte le armi e anche dalle forze del Vietnam del Sud. L’unità era utilizzata in tutte le famose black ops, spesso in territorio cambogiano, allo scopo di sabotare le linee di approvvigionamento dei vietcong, linee che correvano lungo il famoso sentiero di Ho Chi Minh. La Cambogia durante la guerra del Vietnam non era ufficialmente schierata ma, poiché lacerata da una guerra civile in cui i vietcong sostenevano la fazione maggiore, dava campo essenzialmente libero al transito delle truppe del Nordvietnam. In pieno stile americano, dunque, stava ai S.O.G ricognire e agire senza mai ufficialmente ricognire e agire. Non a caso, pur essendo militari, i membri del gruppo rispondevano direttamente ed esclusivamente al presidente degli Stati Uniti.

Questa famosa foto scattata furtivamente dai veri operatori S.O.G mostra un tratto del sentiero di Ho Chi Minh percorso da alcuni militi nordvietnamiti

Non c’è Vietnam senza M16 e AK…

Da questa introduzione potrebbe sembrare che il DLC si focalizzi solo su questa unità speciale. Così però non è: il Vietnam è un’epoca, ed i ragazzi di Savage Game Design hanno voluto ricostruire, parzialmente per ora, l’universo-Vietnam.

Al primo release, sono giocabili i soldati US Army, gli operatori delle forze speciali (MACV-SOG, ma anche i membri delle pattuglie LRRP), i soldati del Vietnam del Sud (ARVN); ancora, del Nordvietnam sono rappresentati sia l’esercito regolare (PAVN) sia i famosi guerriglieri vietcong, divise in forze locali e regionali. Per arricchire gli scenari, sono anche presenti diversi civili vietnamiti.

Piccola overview delle armi dei cattivi. Spicca il PPSh-41 e, poco distante, l’MP 40. Antichi nemici ora alleati nel tirare addosso agli americani

Tutti i modelli e le textures sono di prim’ordine. Comparandoli con la controparte di Unsung la differenza emerge chiaramente: del resto la mod, spesso, utilizza modelli pensati per ArmA 1 o OFP addirittura e solo lievemente aggiornati. Nel DLC invece ogni modello è nuovo di pacca e curatissimo nel dettaglio. Vediamo le cose un po’ più da vicino a partire da armi ed equipaggiamenti.

Non c’è Vietnam senza M16, M14, M60, e siamo d’accordo. Gli sviluppatori però si sono impegnati nel riprodurre tutte le armi principali del conflitto, con qualche chicca interessante. Possiamo imbracciare qualche evergreen della Seconda Guerra Mondiale ancora in servizio, sia tra le forze americane che quelle vietnamite. Armi come l’M3 Grease Gun, la DP-27, il Mosin Nagant o la M1 Carbine, anche con lanciagrante. Non mancano però armi nuove, come appunto l’M16, l’M14, l’immancabile M60; per il Nordvietnam, poi, spicca la copia rigorosamente cinese dell’AK, il cosiddetto Type 56. Piacevoli sorprese sono la K-45 ed M-45, due mitragliette amatissime dalle forze speciali statunitensi ma oggi davvero poco conosciute. Se poi volete rintanarvi in un buco con un cappello conico in testa, l’SKS fa al caso vostro!

Accanto al trionfale M-60, altre armi note e meno note, come la pistola Browning HP, i fucili di precisione M-40 e la Stoner 63

Continuando, per le operazioni speciali possiamo usare l’interessante pistola con silenziatore integrato Welrod, o al limite lo STEN gun silenziato. C’è da dire che i vietcong hanno a disposizione praticamente tutte le principali armi sovietiche della Seconda Guerra Mondiale, oltre alle armi nuove. Invece, per gli USA c’è qualche piccola mancanza, come ad esempio il Thompson (chi ha giocato a Vietcong capirà…), il Garand o il BAR. Queste, a rigore, sono però armi di seconda linea, utilizzate maggiormente dalle forze del Sudvietnam.

In primo piano una carabina nella variante M3 con l’allora futuristico mirino notturno, sperimentale dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Qualcuno lo ricorderà dal mitico Return To Castel Wolfenstein, con tanti anni di più e tanti poligoni in meno.

A livello di altri equipaggiamenti, c’è veramente tanto da esplorare. Dal lanciatore M72 LAW a quelli vietnamiti (il B-40, prevalentemente), ai lanciatori di flare, alle granate, tra cui abbiamo anche lacrimogeni e granate incendiarie, ed anche molotov per essere più caserecci. Non mancano poi le torce, indispensabili nel buio dei tunnel o della giungla.

Il reparto bum bum, con l’immancabile M79 “Thumper”
Parco fucili e fucilazzi Nordvietnamiti. Spicca il MAS 49/56 di preda bellica dai Francesi, e i più vecchi, ma non per questo meno efficaci, Mosin Nagant
Mezzo secolo di mitragliatrici grazie alla dotazione Nordvietnamita. Dal DP27 ai nuovissimi RPD e RPK

… e senza GI

Magistrale foto tratta dalla pagina Steam del DLC che mostra alcune delle dotazioni delle forze speciali

Uniformi, gibernaggi ed altro equipaggiamento sono davvero ben curati e variegati, per essere la prima release. Anche qui il paragone con Unsung può venire spontaneo ma, per correttezza, bisogna osservare che la mod risulta da una stratificazione di anni ed anni di lavoro, il DLC è un contenuto nuovo frutto di un paio d’anni.

I G.I statunitensi possono vestire la tipica BDU in OG-107, il verde militare americano, ma anche in altri disegni più o meno usati, come il tigerstripe, l’ERDL (il “padre” del Woodland anni ’80) e la mimetica Duck hunter che rimanda ai Marines nel Pacifico. I vest sono molto dettagliati ed hanno capacità di carico ben gestite. Particolarmente curati sono quelli delle forze speciali, col tipico miscuglio di dotazioni americane e materiale catturato ai vietcong. Sono presenti numerosi accessori, come bandane, maschere antigas e gli immancabili elmetti M1 con vari accessori, dalle sigarette fermate con l’elastico all’olio lubrificante.

A proposito di vietcong, tanto i guerriglieri quanto i soldati dell’esercito regolare Nordvietnamita possono vantare dotazioni di tutto punto. Sono rappresentati i particolari copricapi di entrambi le fazioni, tra cui il tipico cappello a cono.

Altra immagine tratta dalle preview del gioco. Notiamo il tipico corpetto portacaricatori ispirato ai Chicom cinesi, ed anche la bici carica di provviste, il tipico mezzo usato sui sentieri di Ho Chi Minh

Per portarci dietro tutto quel che ci serve, non mancano poi gli zaini. Io sono di parte, perché per gli zaini militari nutro una vera e propria fissazione, ma posso dire che sono modellati e accessoriati davvero bene. Non c’è molto da differenziare in merito, ma gli sviluppatori sono stati attenti a includere qualche chicca. Tra queste, il borsone medico statunitense M5 e il cesto di riso da bravo civile vietnamita…magari riempito di armi.

Dimmi che sei vietnamita senza dirmi che sei vietnamita…

Dalle strade…

Un bel convoglio di Z-157 sovietici in uso al Nordvietnam

Per muoverci in Vietnam disponiamo di un buon numero di mezzi. Dalla bicicletta ai camion sovietici o americani, passando per le tipiche jeep M151 da un quarto di tonnellata. Particolare rilievo meritano i gun trucks statunitensi, con tanto di personalizzazioni e disegnini.

Un gun truck leggermente armato, all’uso americano

…al fiume Mekong

Essendo il Vietnam ricco di corsi d’acqua, non ultimo il fiume Mekong, gli sviluppatori hanno incluso nella prima release anche diversi tipi di imbarcazione. Immancabile la PT Boat statunitense, armata di tutto punto, cui risponde la gunboat pesante della marina regolare Nordvietnamita. Sono presenti anche le tipiche imbarcazioni civili!

Una PT Boat con il troneggiante autocannone da 40 mm
La gunboat pesante della marina Nordvietnamita, col bel dettaglio delle uniformi dei marinai. Questo particolare modello dispone di una quadrinata antiaerea ZPU 4, varie mitragliatrici e un lanciatore Type 56 (da non confondersi col fucile) calibro 75 mm con munizioni HE

Pochi cingoli al momento, ma buoni

Il parco mezzi corazzati alla release è davvero ridotto. Gli statunitensi dispongono del carro M41 Walker Bulldog e i Nordvietnamiti dell’IFV anfibio, di fornitura cinese, Type 63. Due soli mezzi, ma modellati di tutto punto, con tanto di interni. Sicuramente questa prima release non ha puntato molto su questo genere di mezzi, comunque importanti nel conflitto, ma ho il sospetto che qualche aggiornamento futuro sistemerà tutto.

L’animazione vera e propria manca, ma il dettaglio del caricamento del proiettile da 85 mm nell’interno del carro Type 63 è davvero una chicca

Il paradiso dei frullatori…

Non si dà Vietnam senza elicotteri, e da questo punto di vista la Savage Game Design non ci ha deluso. La prima release include quattro elicotteri statunitensi in diverse versioni, uno vietnamita e, per finire col botto, il jet F-4 Phantom in diverse configurazioni.

Meravigliosa formazione mista, sempre tratta dalla pagina Steam del DLC

Il primo elicottero disponibile è il CH-34 Choctaw, dall’insolito design e dall’inconfondibile motore pistonato davvero ben realizzato a livello di sonoro. Abbiamo la semplice variante di trasporto, dal cui portellone potete sparare alle donne ed ai bambini mirando più vicino (cit.); possiamo però sfruttare anche varianti d’attacco, soprattutto la Stinger, dotata di razzi o anche M60 coassiali.

Come ricognitore ed agilissimo elicottero leggero troviamo l’OH-6 Loach, la prima versione del Little Bird. Anch’esso è in diverse configurazioni, da quella armata di tutto punto a quella scout per individuare bersagli per i pezzi grossi.

Un Loach in volo nella configurazione con M60 posteriore

Non poteva mancare l’AH-1 Huey Cobra, o semplicemente Cobra, uno dei miei elicotteri preferiti. Questo elicottero d’attacco di prima generazione è stato riprodotto davvero con molta attenzione. Oltre ai diversi loadout disponibili, va segnalato il mirino del copilota fedelmente riprodotto. I mezzi moderni hanno lo schermo, ma il Cobra possedeva un vero e proprio collimatore brandeggiato dal copilota e spostato all’occorrenza.

Il dispositivo di puntamento del Cobra fedelmente riprodotto

Infine, la leggenda: l’UH-1 Huey in tantissime varianti e livree. Dalla versione MEDEVAC alla tipica slick di trasporto, passando anche per configurazioni più aggressive. L’unica pecca è che Wagner non è incluso.

…compresi i Made in China

I Nordvietnamiti possono schierare l’elicottero Mi-2 di fabbricazione sovietica, Hoplite nella nomenclatura NATO. Chi possiede Global Mobilization lo conosce già, visto che è presente anche in tale DLC. Oltre alle varianti di ricognizione e trasporto, gli sviluppatori, per bilanciare, hanno assegnato ai vietnamiti anche delle varianti pesantemente armate, come quella con cannoncino frontale da 23 mm. La forza aerea vietnamita del Nord in realtà non usava queste versioni, che derivano invece da riconversioni fatte dall’aviazione dell’esercito polacco. La volontà di bilanciare eventuali partite PvP, però, è pienamente comprensibile e, del resto, ci regala qualche mezzo in più.

La componente ad ala fissa, come accennato, si riduce per la release al solo F-4 Phantom. Questo biposto statunitense è presentato in varie livree di tutte e tre le forze armate che lo impiegarono (USAF, US Navy e USMC) e in numerosissime configurazioni. C’è ordnance di ogni tipo, comprese le famose daisy cutter e il napalm. Non sono un grande esperto di aviogetti dell’epoca; ritengo però veramente apprezzabile il fatto che il primo aereo rilasciato sia biposto, cosa che permette di giocarlo in cooperativa.

Tutti i velivoli presentano cockpit ben realizzati e con grande dettaglio (cosa che spesso non è vera nemmeno per gli elicotteri vanilla). Se compariamo ad esempio il cockpit dello Huey del DLC con quello di DCS vediamo che tutti gli interruttori ed indicatori sono lì. Quasi tutti funzionano ed anche quelli che su ArmA sono soltanto estetici sono pienamente modellati e visibili. Tutti gli elicotteri supportano il modello di volo avanzato che sembra funzionare molto bene. Questa è un’altra nota di merito agli sviluppatori visto che spesso le mod lo trascurano.

Un ultimo dettaglio interessante è che dagli elicotteri possiamo gettare granate di vario tipo e flare. Si tratta di una funzionalità già vista in Unsung ma qui gestita meglio. Le granate infatti sono considerate una modalità di fuoco del pilota del mezzo. Possiamo così usare il Loach per marcare coi fumogeni un bersaglio ai Cobra, o magari lanciare un flare dalla cabina per segnalare la posizione.

Un Vietnam in miniatura, ma non troppo

Uno degli aspetti sicuramente più interessanti di tutto il DLC è costituito dalla mappa di gioco, chiamata Cam Lao Nam. Il nome forse è un easter egg, perché cam lao in vietnamita dovrebbe significare qualcosa come lavoro duro. Un lavoro duro che è indubbiamente servito a realizzare questo terreno.

Invece di proporre una mappa ispirata ad uno scenario ben specifico della guerra, IceBreakr ha voluto realizzare un Vietnam condensato. Si tratta di una mappa avente la forma della penisola vietnamita e costruita riproducendo in essa tutte le località più celebri. Troviamo anzitutto le due capitali, Saigon a sud e Hanoi al Nord, la città di Hue e il campo aereo di Pleiku. Non mancano varie FOB avanzate costruite dagli americani, tanti villaggi e villaggini con le tipiche capanne e, naturalmente, la giungla. Come tocco di classe troviamo anche una riproduzione della collina 937, meglio nota come Hamburger hill e rappresentata anche nel film omonimo.

Uno scorcio di Saigon, con una rappresentazione molto approssimativa della basilica cattedrale di Notre Dame

A nord ovest della mappa troviamo anche una porzione di territorio cambogiano, l’ideale per le nostre black ops a caccia di convogli sul sentiero di Ho Chi Minh.

Uno scorcio collinare del Vietnam, dove i crateri dell’artiglieria sono considerati parte della vegetazione

La mappa è davvero varia ed ai paesaggi urbani e boschivi aggiunge anche la componente acquatica. Oltre a risaie ed acquitrini è rappresentato il fiume Mekong dal suo alto corso fino al delta ed anche parte del golfo di Tonchino.

Un tratto del Mekong, coi tipici acquitrini

Da un punto di vista degli assets, possiamo dire che la mappa è costruita sia con nuovi modelli sia con modelli di ArmA 2 e ArmA 3 reimpiegati, evidentemente su concessione della Bohemia Interactive. Alcuni potrebbero vedere questa come una debolezza rispetto a Global Mobilization, dove ogni singolo modello è nuovo e non si trova nel gioco base. Personalmente la cosa non mi disturba troppo, visto che il map design è ben studiato ed il risultato nel complesso è ottimo. Un neo che si può certamente rilevare è che molti edifici non sono accessibili, soprattutto quelli reimpiegati a partire da ArmA 2 e ArmA 3. Questo è un peccato, soprattutto nell’ottica di scontri urbani come quello di Hue. Da questo punto di vista Global Mobilization è superiore, perché tutti gli edifici presenti nella mappa Weferlingen sono accessibili.

Uno scorcio di Hue. L’edificio col cartellone in vietnamita è ripreso da Apex, mentre il ristorante sulla destra sarà ben noto a chi conosce ArmA 2 Operation Arrowhead o la riproposizione nella CUP Terrain

Al netto però bisogna dire che entrambi i DLC hanno una mappa strepitosa e che cala bene nel mondo che il prodotto vuole riprodurre. Cosa importante per ArmA, almeno nel mio caso la mappa ha una performance ottima. Come i giocatori veterani sanno, la vegetazione densa per anni è stata una croce per il motore grafico di ArmA, causando rallentamenti a non finire. Cam Lao Nam per fortuna sembra davvero ottimizzata. L’ho girata in lungo e in largo in elicottero e non ho incontrato rallentamenti degni di nota. Sicuramente gli sviluppatori hanno tenuto ben presente la necessità di una mappa fluida, e si direbbe che sono riusciti nel loro intento.

Interessanti modalità di gioco

Il nuovo DLC presenta una campagna che ci vede vestire i panni di operatori del S.O.G coinvolti in missioni in territorio nemico, come l’attacco a convogli o il soccorso a piloti abbattuti e catturati. Tutto si svolge in condizioni di chiara inferiorità numerica da parte nostra, e dobbiamo perciò scegliere le nostre tattiche ed il nostro equipaggiamento con cura.

Foto di gruppo prima di partire

La cosa davvero fenomenale è che la campagna è giocabile in cooperativa fino ad un massimo di 14 giocatori. Questa è l’esperienza assolutamente più consigliata, per quanto mi riguarda, perché sappiamo tutti come si comporti l’IA di ArmA quando è ai nostri ordini. In questa settimana ho giocato solo le prime due missioni, che sono molto lunghe e dense di contenuto. Particolare plauso va alla seconda dove, per soccorrere un pilota abbattuto, dobbiamo prima seguire le tracce di sangue per capire dove sia stato trascinato e poi finire in un tunnel. Sì, gli sviluppatori hanno modellato anche diversi tunnel, che non fanno esattamente parte della mappa ma che sono una sorta di mega-oggetti esplorabili.

Giocando in cooperativa, inoltre, alcuni giocatori possono interpretare anche l’equipaggio di un solo elicottero, che avrà, almeno nella prima fase, missioni diverse rispetto a quella delle truppe a terra. Un plauso va a chi ha costruito le missioni, perché il flusso è continuo e non ho riscontrato inceppamenti o errori di script, nonostante si tratti di scenari complessi.

Oltre ai due showcase che mostrano tutti gli equipaggiamenti statunitensi e vietnamiti, sono incluse anche tre missioni per giocatore singolo, di cui una è di orientamento al DLC e costituisce una specie di tutorial, e diverse altre missioni multiplayer che non ho ancora provato.

Magistrale scatto di Giant (come tutti, del resto) che mostra il sottoscritto innamorato pazzo della propria mitraglietta M-45

Una vera chicca è la modalità multiplayer Mike Force introdotta dal DLC. Nella realtà, il Mobile Strike Force Command (abbreviato MIKE) era un raggruppamento dipendente dal MACV nato per supportare le truppe vietnamite indigene (il programma CIDG cosiddetto) tramite pattugliamenti in territorio nemico e attacchi alle basi avanzate nemiche. I membri della Mike Force operavano anche come forza di reazione rapida in caso di attacchi improvvisi.

In questo scontro, il nostro Lesco è armato di RPD Shorty, tipica arma dei S.O.G recuperata e adattata dal nemico

Tutto questo è stato riprodotto nel gioco creando una modalità PvE in cui i giocatori devono effettuare lunghi pattugliamenti ed operazioni in territorio sfavorevole, dedicandosi anche alla costruzione di avamposti grazie al supporto logistico degli elicotteri. La logistica è importante perché c’è una componente survival: tutti i giocatori hanno una barra della fame e della sete, che devono placare con appositi oggetti quali razioni militari e borracce da portare con sé e rifornire all’occasione.

Non ho potuto esplorare ancora a fondo questa modalità, di cui i server già spopolano, ma è davvero ben pensata e promettente. In generale fa molto onore agli sviluppatori essersi concentrati tanto sul multiplayer, il che dal lato di mission making non è affatto facile, ma risulta davvero appagante per i giocatori.

Nuove meccaniche

Il DLC introduce anche qualche nuova meccanica rispetto al gioco originale. Quella più evidente è il nuovo sistema di combattimento corpo a corpo, qualcosa che la serie ArmA non ha mai avuto. Va detto che è un sistema un po’ macchinoso, perché il corpo a corpo è considerato una modalità di fuoco dell’arma che stiamo usando e quindi dobbiamo prima ciclare fino alla modalità melee e poi attaccare, che non è esattamente l’ideale in una situazione concitata. Anche vero che qualcuno ha prontamente creato una moddina per usare un tasto per l’attacco corpo a corpo, e speriamo che la cosa venga integrata direttamente nel DLC in un prossimo aggiornamento.

Ai veicoli è associato anche un nuovo menù logistico simile a quello di ACE. Possiamo caricare sui mezzi oggetti ed armi statiche come mitragliatrici e mortai senza bisogno di smontarli preventivamente, il che è utile se si gioca senza ACE.

Qualche nuova meccanica deriva anche dall’introduzione di equipaggiamenti magari già visti in altre mod ma non nel gioco originale, come lacrimogeni e granate incendiarie. Da questo punto di vista spero in un miglioramento, perché ad esempio pur essendo presenti due modelli di maschera antigas indossarla non scherma dall’effetto mortale dei lacrimogeni. Un vero peccato: come li pulisco i tunnel se rischio di lasciarci la pelle io per primo?

Gli effetti di una molotov

Da segnalare anche il supporto nativo all’usatissima mod Task Force Radio. Tutti i modelli di radio hanno una interfaccia originale, comprese le radio veicolari. Anziché avere i tasti a cui siamo abituati normalmente abbiamo però le varie manopoline per i mega e kilohertz. Chi conosce la radio dell’Huey di DCS è davvero avvantaggiato.

Due esempi, qui e sopra, dei nuovi interfaccia radio

Vale la pena acquistare S.O.G Praire Fire?

Il discorso sui DLC della comunità è abbastanza complesso e va avanti dal rilascio di Global Mobilization. Non è questa la sede per affrontarlo ma, in breve, molti si chiedono se sia giusto pagare per quella che può sembrare una mod.

A mio parere, il contenuto del DLC è molto più che una semplice mod, visto che tutti i modelli delle armi, dei veicoli e degli equipaggiamenti sono costruiti interamente da zero. Non dimentichiamo che invece tante mod, compresa l’ottima RHS, partono spesso come base da modelli ripresi dagli ArmA precedenti, il 2 soprattutto, potendolo certamente fare grazie alla licenza APL. Nel nostro DLC, come detto, questo è vero solo per alcuni modelli di edifici, mentre il resto è rigorosamente originale.

Acquistando il DLC si sostengono creatori di contenuti di prim’ordine che ci hanno già regalato tantissimi contenuti in forma di mod gratuita da anni ed anni. Messa da parte l’eccitazione che ha certamente interessato tutti nel vedere un prodotto dedicato alla guerra del Vietnam, un po’ bistrattata a livello videoludico almeno negli ultimi anni, i contenuti sono di indubbia qualità e meritano considerazione.

Gli aussies, che saranno forse aggiunti in seguito. Al momento sono disponibili solo gli Huey nella livrea della Royal Australian Air Force (RAAF)

Come le mod, anche i DLC della comunità vengono aggiornati passo passo. Ci aspettiamo quindi nuovi contenuti che saranno aggiunti nel tempo, com’è già successo per Global Mobilization. Sicuramente col tempo arriveranno nuovi veicoli (mezzi corazzati soprattutto, io credo) e qualche nuovo equipaggiamento, forse anche qualche nuova fazione o mappa. Gli appassionati del Vietnam solitamente come prima cosa chiedono di rappresentare l’esercito australiano, al momento assente, e poi si spingono oltre quasi sempre chiedendo di rappresentare anche i Francesi in Indocina (tecnicamente un conflitto un po’ diverso). Al momento manca anche una vera e propria fazione dei Marines, che usavano un gibernaggio diverso da quello US Army e, almeno inizialmente, anche zaini differenti; probabilmente anche questi saranno aggiunti presto.

Il MiG 17, qui nei colori dell’Aeronautica Militare del Vietnam del Nord, che speriamo presto disponibile

Speriamo anche in qualche ritocco alla componente aerea. Se non altro, i vietnamiti meritano un jet per contrastare quello statunitense (magari un Mig 17 o 21) e, vista la dimensione della mappa, un mezzo di CAS come l’A-1 Skyraider, magari appaiato al Cessna O-2 come osservatore, non sarebbe affatto male. Mi pare di aver capito che lo Skyraider sia stato previsto sin da subito ma non abbia fatto in tempo a prendere parte alla prima release.

Una vera formazione di Skyraider, speriamo presto riproducibile in gioco

Consiglio fortemente questo DLC a tutti gli appassionati della guerra del Vietnam. Si tratta di quanto di più moderno sia disponibile oggi per calarsi in questo conflitto, un prodotto che inizia già alla grande e che è destinato solamente a migliorare. La ventina di euro di spesa, secondo me, è pienamente giustificata, anche perché in questo prezzo va fatto rientrare il guadagno di Steam che distribuisce il prodotto, della Bohemia Interactive ed infine della Savage Game Design. Un prezzo più basso avrebbe certamente reso tutto più accessibile, ma avrebbe anche svenduto l’ottimo lavoro degli sviluppatori.

Adesso, vogliate scusarmi, perché ha cominciato a piovere, qui nella giungla cambogiana, e mi sa che non smetterà per sei mesi…