Spesso, quando si parla di editing di una missione, viene naturale pensare che la maggior parte del lavoro, se non la sua totalità, riguardi lo scripting della stessa.
In realtà, lo scripting non è la sola componente che governa la godibilità di una buona missione, anzi, direi che è “solo” uno strumento che ne migliora la giocabilità sotto certi aspetti. Nulla, in verità, può sostituirsi ad una trama ben strutturata ed alla fantasia di un bravo Zeus.
Oserei dire che per tirar su una bella missione non è assolutamente necessario saper scrivere codice. È semmai necessario possedere una fervida immaginazione e la capacità di adattarsi (anche al non saper scrivere codice, ovviamente!) ed adattare la trama decisa inizialmente agli eventi ed alle circostanze, talvolta inaspettate, che vengono generate dalle azioni degli operatori in campo.
Dunque, stanti queste premesse, non sempre scontate, quali sono i compiti che spettano ad uno Zeus?
Certamente il primo di tutti ed il più fondamentale è quello di tessere una trama bella, credibile e coinvolgente, perché essa sarà il fulcro di tutta l’azione che andremo a pianificare.
Non basta limitarsi a tirar su una storia ed a farla seguire, perché, in questa circostanza, avremmo strutturato una storia lineare, senza colpi di scena, che potrebbe correre il rischio di annoiare i nostri giocatori, o, peggio, non insegnare loro nulla di utile. Facciamo un esempio: se la nostra idea è quella di guidare una squadra all’assalto di una città, non possiamo limitarci ad inserire unità ostili, pattern di pattugliamento, formazioni, IED sparsi e qualche trigger di attivazione e poi lasciare che le squadre in campo eseguano alla lettera il loro piano d’azione osservando passivamente il loro agire in campo.
Perché no?
Per due motivi: il primo, sicuramente, è quello di evitare che i giocatori si adagino, perché conoscono il piano e si aspettano esattamente quello che accadrà, quindi è necessario intervenire per aumentare il coinvolgimento di tutti gli operatori mantenendo viva ed alta la soglia di attenzione. Si può magari pensare di prendere il controllo diretto di un cecchino ed iniziare a tirare dalla distanza sulle posizioni più scoperte della formazione, o ad inserire elementi di disturbo, come mezzi e veicoli corazzati in pattugliamento; il secondo motivo è quello di rompere gli schemi. Approfondendo: se lasciassimo seguire passo-passo il piano elaborato dai TL, incapperemmo in due problemi: uno sarebbe quello di divenire osservatori passivi dell’azione con conseguente poco coinvolgimento da parte nostra, come già ho detto, l’altro sarebbe quello di non stimolare gli operatori all’adattarsi a nuove circostanze ed a stravolgere completamente i loro piani, magari abbandonandoli completamente in vista di un obiettivo assegnato più urgente. Tutto questo però non sfugge al dominio del reale e del possibile. Non è un buono Zeus colui che fa spawnare truppe nemiche dietro gli alleati per puro divertimento, invia rinforzi senza che ci sia stata un’allerta o, in una missione contro miliziani scarsamente armati, fa intervenire dei T90. Il contesto e la trama servono anche a questo!
Arriviamo così ad un altro dei macro-compiti fondamentali di un buono Zeus, ovvero l’insegnamento.
Bisogna ricordarsi che lo Zeus, non quello improvvisato del fine settimana, deve SEMPRE agire per stimolare l’attenzione di tutti gli elementi coinvolti, fornendo loro motivi di costante miglioramento, e sopperendo ai deficit che, per quanto l’IA possa essere migliorata, ci saranno sempre. Altro esempio: inserire, su un percorso che delle squadre stanno seguendo, magari con una colonna di mezzi, degli IED a bordo strada o in oggetti, come cassonetti della spazzatura, se in centri abitati. E questo non per puro sadismo, ma per mantenere sempre alta la soglia di attenzione, come ho detto poco fa. Soprattutto se, in briefing, si è contemplata la possibilità di IED e se lo scenario è favorevole.
È spontaneo chiedersi: “Okay e se le squadre non se ne accorgono e ci esplodono sopra?”
Ben venga! Perché non c’è miglioramento se non c’è errore!
In quel momento, impareranno a gestire una situazione inaspettata e, se la missione programmata fallirà, si spiegherà loro il perché hanno sbagliato. Ma non sarà una paternale: si potranno magari mostrar loro delle foto scattate proprio dallo Zeus nei momenti più concitati, durante la fase finale di debriefing, e discutere l’evoluzione dell’azione (ricordando che anche lo Zeus può sbagliare e deve imparare dai propri errori).
In ultimo, ma non per importanza, vi è, per lo Zeus, il compito fondamentale del debriefing. È un momento importantissimo in cui vengono snocciolati, punto per punto, tutti i momenti degni di menzione (positiva o meno) in cui le squadre sono state coinvolte. A partire da quei momenti, si possono fornire loro degli spunti di riflessione su come migliorare o implementare le stesse azioni in un’altra ottica.
Tutto questo non perché lo Zeus è onnisciente, anzi. Semplicemente, il punto di visione dello Zeus (dalla cabina di regia) consente un’ampia visuale (letteralmente) su tutti gli attori in campo.È dunque più semplice per lui tenere sotto controllo le diverse situazioni, da diversi punti di vista, cosa che le squadre a terra non possono fare.
Uno Zeus non dovrebbe mai pensare a facilitare una missione, anzi, dovrebbe fare tutto l’opposto. Questo ovviamente nei limiti. Limiti del gioco, ricordandosi che, in quel momento, si gioca anche per divertirsi (e cos’è meglio di divertirsi e imparare?) e limiti della giocata. Questi, come dicevamo, derivano dallo Zeus stesso, che con un contesto e una trama ha aperto la porta a certe possibilità, che può esplorare, ed escluso altri scenari, che esplorerà magari in altre missioni.
Per questo motivo è necessario che lo Zeus impieghi tutta la sua fantasia per stravolgere, sempre nei limiti che abbiamo indicato, il piano elaborato dalle squadre in campo. Questo proprio per abituarli, come detto in precedenza, alla reazione ed alla gestione di eventi improvvisi, come può essere, per esempio, un cambio repentino degli obiettivi inizialmente prefissati, che forzi la divisione delle squadre (se più di una) o degli elementi della stessa (se a giocare è una sola squadra).
Del resto, a proposito di Zeus (e quindi anche di mitologia greca), da ogni storia, c’è sempre un insegnamento da trarne!
Spero che questo articolo, possa avervi dato qualche spunto di riflessione, per le vostre serate da Zeus, alla prossima!
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