Guida all’impiego dei mezzi corazzati in ArmA III – Parte I – Introduzione

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Dopo l’uscita del DLC Tanks e il relativo aggiornamento di ArmA III, la qualità della simulazione dei veicoli è cresciuta in modo apprezzabile, con sistemi di puntamento moderni, un criterio di valutazione dei danni migliorato, dettagli degli interni e un comportamento dei mezzi più realistico. Un numero crescente di mod ha inoltre introdotto nuovi veicoli nella simulazione, spesso con alti livelli di dettaglio. Per meglio orientarsi nell’utilizzo dei veicoli corazzati in ArmA III è nata questa guida in 6 puntate, realizzata da Giantsquid, con la collaborazione di Tornaquinci (Comandi, parte 6), partendo da un’idea di Skagerrag.

Versione 1.0

1.1 INTRODUZIONE
Eletti come una delle armi decisive della Seconda Guerra Mondiale, i veicoli corazzati hanno conosciuto anche nel dopoguerra continui miglioramenti in tutti i settori chiave della protezione, la mobilità e la potenza di fuoco. La storia militare degli ultimi 50 anni è piena di momenti di affermazione di questi mezzi, così come di loro apparenti sconfitte. Nel 1973, per esempio, durante la guerra del Kippur i primi missili anticarro sovietici Sagger usati da Siriani ed Egiziani ebbero molti successi contro i carri israeliani. All’epoca ci si interrogò sulla “fine del carro armato” ma nel giro di pochi giorni la messa a punto di tattiche più efficaci, l’impiego del fumo e il supporto della fanteria e dell’artiglieria riequilibrarono la situazione. Negli anni successivi la corsa agli armamenti nella Guerra Fredda produsse, soprattutto in Occidente, carri armati sempre più sofisticati, come il Leopard 2 tedesco e l’M-1 Abrams, che introdussero sistemi avanzati di controllo del tiro, visori termici e corazze avanzate. Nella Guerra del Golfo del 1991 i carri Abrams e Challenger dimostrarono il loro valore, facendo una vera strage di corazzati iracheni, tra cui moltissimi T-72, senza subire praticamente perdite. I mezzi occidentali godettero allora di un momento di grande prestigio, ma bisogna ammettere che gli iracheni non erano certamente equipaggiati con mezzi recenti e avevano già subito un mese di bombardamenti. Nel 1994 in Cecenia i Russi persero clamorosamente centinaia di veicoli (BMP, BTR, T-72 e T-80) in pochissimi giorni durante i combattimenti a Grozny, perché, con sorprendente ingenuità, impiegarono i loro mezzi in lunghe colonne tra le strette vie della città senza un supporto strutturato della fanteria e l’artiglieria e vennero colpiti facilmente sul fianco e dall’alto dai missili e i lanciarazzi dei guerriglieri nemici. Di nuovo si parlò di un ridimensionamento del ruolo dei mezzi corazzati sul moderno campo di battaglia ma, come già in passato, molte delle perdite furono causate da procedure sbagliate e dall’eccessiva fiducia nella protezione dei veicoli. Negli anni successivi i Russi corsero al riparo sviluppando, oltre a tattiche più al passo con i tempi, anche corazzature più efficaci, come le nuove reattive, migliorando e spingendo in servizio una nuova generazione di missile anticarro, quali Metis e Kornet, che nel 2006 dimostrarono una certa efficacia contro i Merkawa israeliani, che fino ad allora avevano goduto di una certa impunità.
Per superare le efficaci corazzature frontali dei carri moderni, i missili montano oggi enormi testate (come il Kornet russo o l’Hellfire americano) oppure usano profili di attacchi dall’altro (Javelin e TOW-2B americani). Visto che non si può pensare di continuare ad aggiungere strati di corazza sui mezzi, soprattutto ai carri armati, che sono già troppo pesanti, si sta investendo su nuove tecnologie. Un approccio promettente è rappresentato dai sistemi di protezione attiva (APS), in grado di intercettare missili e razzi nella fase terminale prima che colpiscano il veicolo (Trophy israeliano, già sperimentato con successo in combattimento). La lotta tra cannone, missile e corazza e le relative tattiche e tecnologie è più viva che mai e in continua evoluzione.

Un M-2A2 Slammer (Merkawa 4) impegnato a colpire alcuni mezzi nemici a circa 2 km di distanza

1.2 CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE DI MEZZI CORAZZATI
Tutti i mezzi corazzati si misurano su tre parametri fondamentali che sono: potenza di fuoco, protezione, mobilità.

Con potenza di fuoco si fa riferimento al potenziale offensivo del mezzo: l’armamento del mezzo, il volume di fuoco (quanti colpi o missili può sparare al minuto), la quantità di munizioni e i sistemi di puntamento. L’arma principale può andare da una semplice mitragliatrice di un blindato leggero ad un cannone da carro da 125 mm in grado anche di lanciare missili di un carro da battaglia, ma il sistema di tiro e i sensori sono oggi più importanti che mai, e prevedono di norma visori termici, laser per misurare le distanze e computer balistici.

Con mobilità si indica la capacità di un veicolo di spostarsi su terreno accidentato e superare corsi d’acqua. Sorprendentemente i carri moderni possono muoversi a 70 km/h e oltre anche fuoristrada, ma non possono galleggiare. Solo i mezzi leggeri con protezione ridotta vantano questa capacità (In ArmA la propulsione in acqua si attiva automaticamente appena il mezzo comincia a galleggiare).
Tutti i mezzi corazzati ricorrono a cingoli o a ruote per spostarsi. Il primo sistema è più costoso e complesso, ma garantisce un’ottima mobilità fuoristrada anche su terreni molto accidentati e la rotazione su 360 gradi a veicolo fermo. In caso di danneggiamento al cingolo, tuttavia, il mezzo è immobilizzato, cosa che invece non avviene con i veicoli a più assi, come gli 8×8 o i 6×6, che vantano anche una maggiore velocità su strada (in ArmA i mezzi sono riparabili, vedere nelle parti successive). Spesso tutti i mezzi hanno velocità massime simili (70-80 km/h per i cingolati e 100 ed oltre per i ruotati), ma ciò che conta di più sono i cavalli/tonnellata (hp/tons), che danno un’idea dell’agilità e dell’accelerazione. I carri moderni più mobili hanno tra i 25 e i 30 cavalli/tonnellata.

Mezzi leggeri come il Prowler (Polaris Dagor) sono agilissimi e trasportabili, ma bastano le armi portatili per metterli fuori combattimento e danneggiare il motore e gli occupanti

Con protezione si definisce la capacità di un mezzo di respingere gli attacchi, grazie alla corazzatura o ad apposite contromisure. Esistono moltissimi livelli di protezione che vanno dalle blindature dei trasporto truppe leggeri, in grado di arrestare solo proiettili di fucili e schegge delle granate dei mortai, fino a quelle dei carri di battaglia che arrivano a pesare 60 tonnellate e possono incassare anche missili anticarro. E’ importante ricordare che la corazza più spessa è sempre quella frontale, seguita da quella laterale, dal tetto e la posteriore. La reale efficacia delle corazze è spesso il dato più segreto dei veicoli corazzati, e in particolare dei carri. Per una analisi delle corazze e delle contromisure rimandiamo al capitolo sui sistemi di difesa.

A partire dagli anni cinquanta sono apparse alcune categorie ben definite di mezzi corazzati in uso ancora oggi. Di seguito elenchiamo quelle più pertinenti ad ArmA. Questa suddivisione è importante perché consente di “inquadrare” rapidamente un mezzo. Risulta quindi molto pratica e sintetica nelle comunicazione o la scelta dei bersagli. Esempio: 3 APC e 1 MBT a 270 gradi, 1 km; ingaggio prima MBT!

Il carro da battaglia – MBT (Main battle tank). Erede di T-34, Panther, Tiger e Sherman della II Guerra Mondiale è l’unico mezzo che si possa davvero chiamare “carro armato”. I modelli moderni sono dotati di un cannone tra i 100 e i 125 mm, e di una spessa corazzatura, che può anche resistere ad armi anticarro dedicate. Il loro compito è eliminare i corazzati nemici e appoggiare la fanteria, sostenendo spesso gli scontri di terra più intensi. Gli MBT hanno 3 o 4 uomini di equipaggio e (con rarissime eccezioni) non trasportano truppe. Esempi: M1 Abrams, Leopard, Ariete, Merkawa, T-55, 62, 80, 90

T-100 Varsuk (Black Eagle) mentre fa fuoco, nascosto tra le rocce, nella posizione “a scafo sotto”, che fa vedere solo la torretta con il cannone agli avversari

I veicoli trasporto truppe APC (armoured personnel carrier). La diffusione dell’artiglieria e delle armi automatiche sui campi di battaglia ha favorito la diffusione di corazzati leggeri il cui compito è trasportare la fanteria in azione. Armati con mitragliatrici o lanciagranate, gli APC hanno una protezione di solito modesta (armi portatili, mitragliatrici pesanti e schegge di artiglieria leggera) e possono trasportare una squadra di fanteria. A partire dagli anni sessanta, con il BMP-1 sovietico, si sono diffusi anche mezzi con armamento più pesante denominati veicoli da combattimento per la fanteria (IFV – Infantry Fighting Vehicle), che spesso sono equipaggiati con un cannone automatico e missili anticarro per appoggiare la fanteria che trasportano negli attacchi. La protezione di questi mezzi è, con rare eccezioni, sempre inferiore a quella degli MBT che accompagnano, mentre la mobilità è di pari livello.
Le operazioni di peacekeeping e i conflitti a bassa intensità hanno favorito negli ultimi anni anche la diffusione di mezzi 4×4 o 6×6 corazzati piuttosto agili ma con modeste capacità di carico, limitate a 4-5 uomini. Alcuni, tuttavia vantano un ottima resistenza alle mine e agli ordigni improvvisati IED e vengono denominati MRAP (mine-resistant ambush protected)
Esempio APC: M113, BTR. Esempio IFV: M2 Bradley, Marder, Dardo, Freccia, BMP.
Esempio MRAP: Lince, Onyx, Hunter, Ifrit, Coyote.

Un veicolo da combattimento per la fanteria (IFV) BMP-1P (da RHS) con la sua squadra di fanteria al seguito

I veicoli leggeri – In questa categoria rientrano una varietà di mezzi con funzioni di ricognizione e appoggio, molti dei quali sono ricavati da scafi di APC. Tra i più interessanti figurano veicoli ruotati 8×8 con cannoni di grande calibro, ma protezione media o leggera, costruiti per fornire appoggio ad unità di fanteria che non dispongono di MBT. In molti casi sistemi lanciamissili anticarro sostituiscono i cannoni per dare vita a caccia carri dedicati. Esempio veicoli leggeri da ricognizione: BRDM, Fennek, Scimitar, Scorpion.
Esempio mezzi da appoggio con cannone: Rhino MGS, Centauro, Rooikat, Stryker MGS, 2S25 Sprut. I mezzi 4×4 più leggeri come il Prowler (Polaris Dagor) ed altri fuoristrada sono molto agili ma non hanno protezione. Il motore può esser emesso fuori combattimento da pochi colpi ben piazzati di armi portatili.

Un cacciacarri Rhino MGS (Rooikat II modificato) con cannone da 120 mm completo di corazza reattiva frontale e slat (vedere parte 3, sulle capacità difensive per i dettagli)

I mezzi di supporto, come antiaerea e artiglieria semovente – La necessità di accompagnare grandi formazioni corazzate ha spinto i progettisti a montati sugli scafi di MBT e APC o su modelli dedicati sistemi antiaerei o di artiglieria semovente. I primi seguono da vicino le unità corazzate, i secondi rimangono nelle retrovie, ma devono essere veloci e protetti per sopravvivere al fuoco di controbatteria dell’artigliera nemica.
Esempio di semoventi antiaerei: Gepard, 2S6 Tunguska, ZSU-23-4 Shilka, Tigris
Esempio cannoni artiglieria semoventi: M109 Paladin, 2S1, 2S5, M4 Scorch

Per una guida completa dei mezzi presenti in ArmA III base e delle loro capacità si può fare riferimento al sito: http://armedassault.wikia.com/wiki/ArmA_3

Puntata successiva: Potenza di fuoco

NOTA IMPORTANTE:
Questa guida è ottimizzata per i mezzi di ArmA III base e per quelli della serie RHS – www.rhsmods.org
I veicoli di ArmA III base sono tutti mezzi esistenti e operativi, oppure versioni ipotetiche e migliorate degli stessi (BTR-K, per esempio). Per questo nelle didascalie è indicato il nome del mezzo reale tra parentesi. Esempio: M2A2 Slammer (Merkawa4)

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